Lo spettacolo si compone di cinque quadri o scene. Ognuno affronta una tema diverso, collegandosi ad alcuni degli argomenti trattati nel libro di Letizia Gariglio a cui si è ispirato e, più in generale, ad aspetti dell'esoterismo e mistero legati alla nostra città ed alla sua storia.

Riportiamo qui le introduzioni delle cinque scene, così come vengono presentate.

Se quanto segue vi incuriosisce, non avete altro da fare che attendere la prossima replica dello spettacolo: "TORINO. ESOTERISMO E MISTERO ?"

 

SCENA PRIMA  (‘ESOTERISMO DELLA MOLE E GATTI ANTONELLIANI’)

 

Ma davvero Torino è una città magica? Lo è, secondo il parere di molti.  E non solo per le atmosfere dei suoi giardini e dei suoi parchi, o per le passeggiate dei lungofiumi, e nemmeno per la presenza di monumenti particolari o oggetti particolari, ma perché il luogo è il crogiuolo di fattori, energie e presenze magiche. Vi fermentano le idee, si danno vita alle imprese più originali, si muovono energie che qui, prima che in altri luoghi, esplodono, si realizzano attraverso l’azione e poi… poi si disperdono, lasciano la città, si muovono, si spostano altrove. In questo senso potremmo definire Torino “la città delle Capitali Perdute”: capitale d’Italia, capitale del cinema, della radio, dell’auto, ecc. ecc. “Senza l’Italia”, diceva con un paradosso Umberto Eco, “Torino sarebbe la stessa, ma senza Torino, l’Italia sarebbe molto diversa”.

Vale due centesimi l’emblema della città di Torino effigiata sul verso delle monetine di rame. Ma per i torinesi vale molto di più. E se siamo alla ricerca di stranezze non abbiamo che da alzare lo sguardo al simbolo della città.

 

 

SCENA SECONDA (‘LA SAPIENZA ESOTERICA DELLE STREGHE’)

 

Chi aveva conoscenze segrete, nel passato della storia torinese, era considerato davvero pericoloso. Soprattutto se era donna. “Stria, quae est masca…”, diceva l’Editto di Rotari (643). “Stria”, da “striga”, si chiama la strega a Torino, similmente ai rapaci notturni, come la civetta o il gufo, che nell’immaginario popolare menano gramo. Vittime predilette dell’Inquisizione furono le streghe, oppresse e perseguitate accanto agli eretici. Le donne erano il bersaglio preferito delle cacce, perché mantenevano e trasmettevano il sapere della tradizione e si occupavano della salute. Ah, sì, punto dolente, quello della salute, poiché è ampiamente dimostrato che fra l’amplificarsi della mentalità scientifica, l’espropriazione delle donne dalle cure mediche e la caccia alle streghe esiste un nesso diretto.

Particolare risonanza ebbe a Torino il processo a Caterina Coré e a Clara Maria Brigida Ribollet: erano accusate di possedere conoscenze magiche e di adoperarle a fini malvagi, tanto da causare la morte del primogenito di Casa Savoia, il Principe del Piemonte, figlio di Amedeo II, morto a sedici anni. Fu uno degli ultimi processi. Le donne, accusate di aver praticato la magia con le statue di cera, subirono l’abituale iter: dapprima raccontarono storie incredibili di riunioni notturne, omicidi, aborti, trasformazioni in forma di animali, secondo uno schema tipico, nel quale ogni vittima, nel tentativo di sfuggire alla sorte segnata, tentava di compiacere l’aguzzino; verso la fine del processo, durato oltre un anno, tentarono di ritrattare tutto. Nel settembre e ottobre del 1717 fu eseguita la loro condanna.

Le abbiamo immaginate entrambe. Ma poi ci siamo fatti prendere la mano, e ne abbiamo immaginata qualcuna di più. Così…

 

 

SCENA TERZA (“PER IL  SINDON, O  PER UN PINTON, ECCO LA MIA VITA”)

 

Fra il ricchissimo patrimonio di oggetti di interesse esoterico di Torino uno dei più importanti è certamente quello della Sindone, cui si lega la storia dei Templari, in grado di riscuotere interesse tutt’oggi nel mondo dell’editoria e del cinema (basta osservare la numerosità dei titoli che li riguardano). Quanto alla Sindone,  la diatriba non finisce mai: vera o falsa? E’ avvenuto anche recentemente, ora come altre volte. Ma tant’è, la Sacra Sindone è a Torino, e non è poca cosa, per coloro che la ritengono una reliquia importantissima per il culto della loro fede, ma anche per coloro i quali, eventualmente increduli, riconoscono il lenzuolo come il deposito di un antico mistero, ripetutamente offeso e più volte quasi miracolosamente salvato.

E i Templari? Beh, non volete che competiamo con Il codice Da Vinci. Però il  nostro templare, eh sì,  l’abbiamo anche noi!

 

 

SCENA QUARTA (“CHI OSSERVA I MISTERI DI TORINO?”)

 

La città è ricca di posti interessanti dal punto di vista esoterico, meandri sotterranei che si snodano per chilometri, gabinetti alchemici ipogei, castelli che in relazione fra loro disegnano stelle a cinque punte, vestigia di antiche civiltà dedite alla magia e presenze di strumenti magici, edifici e oggetti sacri su cui si concentrano misteri e storia religiosa, punti di energia positiva e punti fortemente negativi, magia a buon mercato e ricerche squisite…tutto sparso qua e là nella città. Ma c’è qualcuno, o qualcosa, che ogni giorno tocca questi punti, del tutto involontariamente. A questo ‘qualcosa’ abbiamo giocato ad attribuire anima e parola.

 

 

SCENA QUINTA  (“SE CI SEI BATTI UN COLPO”)

 

Torino è città di santi, forse perché, come diceva  Wojtila, ce n’era bisogno. Ma è anche una città di diavoli …e di poveri diavoli. E’ la città che forse meglio sa confondere gialli e cronaca, vero o falso, sette sataniche e gruppi eretici, ragion di stato e ragioni del cuore, meditazione e frivolezza, sacrificio di sé e egoismo, il concreto e il visionario, personaggi infimi e sublimi. In una seduta spiritica, pratica così cara alla città per lungo tempo, ne abbiamo incontrato qualcuno, di questi personaggi, e abbiamo provato a farli incontrare.